Dagli anni 80 ad oggi, grazie alle ricerche, agli studi ed alla passione di ricercatori e professionisti, la conoscenza riguardante gli alberi è aumentata moltissimo. Sono state fatte scoperte importanti che hanno radicalmente rivoluzionato il modo di approcciarsi agli alberi, le tecniche di potatura, ed in generale un po’ tutte le fasi attraversate da un albero ornamentale (la coltivazione in vivaio, la progettazione degli spazi verdi, la gestione delle alberature urbane, la protezione degli alberi nei cantieri).
Purtroppo però, alcune convinzioni del passato, smentite in modo scientifico dalle ricerche condotte negli ultimi decenni, sono ancora radicate nell’immaginario collettivo. Per comprendere come gestire gli alberi in modo corretto, anche da un punto di vista economico, è necessario sfatare questi miti.
Mito n.1 – Un taglio drastico “fa bene” all’albero, “lo rinforza” e “ringiovanisce la chioma”
E’ ormai provato che un taglio drastico, o una capitozzatura, della chioma crea danni irreparabili all’albero. Questi danni, inoltre, non sono giustificabili sotto nessun aspetto:
-Sicurezza: spesso si interviene in modo pesante giustificando tale intervento come “messa in sicurezza”. In realtà, nel corso degli anni un taglio drastico crea danni (marciumi, stress energetici) che possono anche rendere l’albero o alcune branche meno sicure. Un professionista serio conosce tecniche di intervento diverse (diradamenti ed alleggerimenti della chioma, consolidamenti, ecc) che possono garantire la sicurezza delle persone (pensiamo alle strade alberate) evitando sempre tagli drastici o capitozzature, arrecando il minor danno possibile alla pianta.
-Valore estetico: un albero tagliato in modo drastico, o capitozzato, è oggettivamente brutto da vedere. Purtroppo negli ultimi decenni ci siamo forse abituati a vedere alberi mutilati, e ci facciamo meno caso. Anche lo sviluppo dei rami che ne consegue, sarà per lo più disordinato; un albero mutilato ha perso la sua forma tipica, e la sua originale armonia;
-Convenienza economica: tagliare in modo drastico o capitozzare un albero è economicamente svantaggioso! Tagliare pesantemente la chioma di un albero genererà problemi, come marciumi, che richiederanno negli anni ulteriori interventi. Un albero capitozzato subirà degli stress energetici che ne potranno compromettere l’aspettativa di vita, e, se posto ad esempio su una strada, andrà rimosso e sostituito precocemente per motivi di sicurezza. Un albero tagliato in modo drastico tenderà inevitabilmente a ricreare in breve tempo la chioma persa, raggiungendo in pochi anni la dimensione originale, ma la nuova chioma risulterà meno solida ed avrà un maggior rischio di rotture di branche. Questo richiederà, negli anni successivi al taglio, interventi più frequenti, con relativo aumento del costo di gestione.
Spesso si giustificano tali interventi affermando che gli alberi sono pericolosi: molte volte, la loro pericolosità è dovuta ad anni di cattiva gestione, con tagli drastici ripetuti negli anni! Anche da un punto di vista economico, è spesso più conveniente rimuovere un albero giudicato “a rischio” (che dovrà, prima o poi, essere rimosso) e sostituirlo con un giovane albero sano, con una lunga aspettativa di vita e che nei primi decenni richiederà un minor impegno economico.
L’idea di “ringiovanire la chioma”, inoltre, non trova spazio nelle alberature ornamentali. Ha senso nelle coltivazioni da frutta, dove si interviene con tecniche di taglio che hanno obiettivi totalmente differenti da quelli desiderati nell’ambito ornamentale (quantità di produzione, organizzazione dei filari, ottimizzazione dei tempi di raccolta). Le piante di un frutteto hanno una aspettativa di vita ridotta rispetto alle alberature urbane, vengono generalmente contenute nella dimensione (non si hanno quindi problemi legati alla sicurezza dell’albero o delle branche) e l’aspetto estetico non è di alcuna rilevanza.
Mito n.2 – Gli alberi si nutrono dalle radici
Tra tutte, questa è forse la convinzione che più crea danno agli alberi. Gli alberi si nutrono dalle foglie. E’ nelle foglie che avviene la trasformazione della luce in energia, con la fotosintesi. Dalle radici, gli alberi assorbono acqua e sali minerali, ma l’energia viene prodotta nelle foglie. Per questo è estremamente dannoso tagliare in modo drastico un albero: eliminando una parte eccessiva di chioma, l’albero non è più in grado di produrre una sufficiente quantità di energia per mantenersi, ed andrà inevitabilmente incontro ad uno stress energetico. Se l’albero ha sufficienti riserve energetiche per reagire, cercherà di ricreare, il più velocemente possibile, la superfice fogliare persa. Un vigoroso sviluppo di rami a seguito di un taglio drastico non và inteso come sinonimo di buona salute, come spesso accade; tutt’altro, è un chiaro sintomo di stato negativo, di risposta estrema ad una condizione di grave stress!
Mito n.3 – Le radici di un albero si sviluppano molto in profondità
Anche questo è un errore. Le radici degli alberi, essendo costituite da cellule viventi, necessitano di ossigeno. Per questo motivo, le radici degli alberi molto raramente si sviluppano oltre un metro di profondità. Dovendo “respirare”, le radici si sviluppano nei primi centimetri di suolo, in relazione al tipo di suolo e alle caratteristiche dell’albero. Un problema diffuso nei centri urbani è il disagio creato da radici affioranti: questo problema è però spesso causato dalla scelta di piante con un apparato radicale non adatto al contesto e ad una copertura del suolo (ad esempio con asfalto) che non permette alle radici di respirare. In questo caso l’apparato radicale tenderà a svilupparsi in superfice, creando frequenti disagi. Un’altra conseguenza di questa convinzione si riscontra in occasione di cantieri, ad esempio nell’eseguire opere edili o la realizzazione di sotto-servizi (tubature interrate, ecc). Si assiste spesso al danneggiamento di radici anche di grosse dimensioni e molto vicino al fusto, e a ciò non viene dato gran peso, proprio perché il pensiero comune è “tanto ha molte altre radici più in profondità”. Questo danneggiamento, tuttavia, causa sicuramente un danno alla salute della pianta, e in alcuni casi può comprometterne la stabilità (le radici hanno infatti l’importante funzione di sostenere ed ancorare l’intero albero al suolo). In occasione di opere in presenza di alberi, è bene consultare un arboricoltore esperto, perché ad oggi esistono tecniche di lavoro e strumenti che permettono di tutelare le radici durante la realizzazione dei lavori e materiali che attenuano i possibili danni creati da coperture dell’apparato radicale.
Mito n.4 – Gli alberi di grandi dimensioni sono pericolosi
Gli alberi grandi sono pericolosi: un albero di grandi dimensioni, in salute e privo di rilevanti difetti strutturali non è da considerarsi pericoloso. Le nostre città sono ricche di esempi di grandi alberi, gestiti correttamente, che non destano preoccupazione riguardo la loro sicurezza. Purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, si sono registrati incidenti legati al crollo di alberi; quasi sempre, però il motivo del crollo è riconducibile ad una cattiva gestione dell’albero e a danni subiti in precedenza che ne hanno minato la stabilità. Forse, la ripercussione mediatica di questi incidenti hanno accresciuto il timore delle persone nei confronti degli alberi. Tuttavia, un albero alto e con dei problemi strutturali posto in prossimità di strade ed edifici può essere un grande pericolo per le persone. In questo caso, solo un arboricoltore esperto può valutarne l’effettiva pericolosità e suggerire le migliori operazioni per ridurre i rischi derivanti. E’ bene, in ogni caso, far controllare periodicamente gli alberi da professionisti, in modo da prevenire l’insorgere di problematiche e monitorarne la sicurezza.
Informazioni molto importanti
Come in tutti i lavori ci vuole una certa conoscenza di base ,ma direi che conta moltissimo e ribadisco moltissimo il buon senso ed una rispettosa capacitá di osservazione quando si intraprende un lavoro cosí delicato come la potatura delle piante!!!!C’è una schiera di presunti giardinieri ai quali bisognerebbe far risarcire i danni morali (il corpo el’anima Soffronomolto dopo certi scellerati interventi)e materiali anzichè pagare saporitamente le loro malefatte!!!!
Questi sono maltrattamenti belli e buoni perpetrati a carico di esseri viventi e come tali andrebbero puniti con regolamentazioni ad hoc!!!come per gli animali!!! Vorrei continuare ,ma in sintesi direi che ,come in qualsiasi campo ,anche e soprattutto in quello botanico,servirebbe una maggiore preparazione e sensibilitá ,perchè le piante sono il motore della vita e se curate con equilibrio sono il primo e migliore arredo urbano!!!!!
Non possiamo che essere d’accordo con lei e continuare a diffondere una maggior cultura e sensibilizzare sulle pratiche corrette.